Cosa si intende con “amenorrea”? Parola complessa, soprattutto quando si deve spiegare a giovani adolescenti, proprio la fascia di maggiormente colpita;
Mi presento, sono Sara, Dietista specialista in Counseling Nutrizionale e da anni ormai aiuto le persone che si rivolgono a me in ambulatorio ed in particolare le donne ad approcciarsi al vasto mondo dell’alimentazione, distaccandomi dal classico metodo “prescrittivo”.
Mi è capitato proprio durante l’ultimo periodo di trovarmi di fronte sempre più spesso ragazze che hanno sofferto o soffrono di amenorrea, spesso confuse e affidate a terapie non totalmente efficaci. Se anche tu hai sofferto di amenorrea quindi sai bene a cosa mi riferisco o stai attraversando questo periodo così delicato, ti guiderò lungo questo articolo illustrandoti cos’è l’amenorrea, qual è il legame con l’alimentazione e soprattutto, come poterne uscirne, perchè si, la via d’uscita, anche se faticosa, è assolutamente fattibile.
Indice
L’amenorrea ipotalamica è una disfunzione ormonale diffusa che coinvolge un vasto numero di donne in tutto il mondo. Questa condizione si caratterizza per l’interruzione del ciclo mestruale per un periodo prolungato, che supera i 3-6 mesi consecutivi.
Nonostante la sua diffusione, spesso viene sottovalutata, purtroppo a causa ancora oggi di mancanza di consapevolezza della problematica, che, al contrario, dovrebbe essere considerata con estrema serietà a causa dei rischi e delle complicanze associate.
I sintomi di questa condizione sono lievi, e talvolta poco evidenti, il che porta molte ragazze a non considerare seriamente la situazione. Questa mancanza di informazioni e consapevolezza può portare a complicazioni significative e sottolinea l’importanza di un’attenzione più approfondita verso la salute riproduttiva delle giovani donne.

Amenorrea ipotalamica, primaria e secondaria
La condizione di amenorrea ipotalamica, può essere suddivisa in due principali categorie:
La prima è l’amenorrea primaria, che si verifica quando il ciclo mestruale non si è ancora manifestato in modo naturale, dovuta principalmente a diversi fattori tra cui disfunzioni ormonali, anomalie genetiche o problemi nell’ovulazione.
La seconda categoria è l’amenorrea secondaria, che si presenta quando il ciclo mestruale si interrompe improvvisamente, nonostante in passato fosse regolare, spesso legata ad una restrizione calorica ed eccessiva rigidità nei confronti della propria alimentazione e percezione corporea.
È essenziale da un punto di vista medico diagnosticare correttamente questa condizione per escludere la presenza di alterazioni genetiche o anomalie cromosomiche che potrebbero interferire con lo sviluppo o il normale funzionamento delle ovaie.
L’amenorrea secondaria è spesso associata all’amenorrea funzionale ipotalamica, che è caratterizzata da significative alterazioni ormonali e dall’anovulazione, ovvero quando l’ovaio non rilascia un ovocita.
A cosa si riferisce il termine “funzionale”? è utilizzato per indicare che questa condizione è generalmente reversibile, sebbene sia necessario un trattamento appropriato per ripristinare la salute riproduttiva della donna.
È importante sottolineare che, nonostante la reversibilità, l’amenorrea funzionale ipotalamica richiede attenzione e intervento medico tempestivo per evitare complicazioni a lungo termine.
Quali sono le cause e le complicanze associate?
L’amenorrea funzionale ipotalamica (AFI) è spesso il risultato di un iter caratterizzato da diversi fattori predisponenti. Le ragazze che sviluppano questa condizione spesso sperimentano:
- Forte Stress Emotivo: Elevati livelli di stress possono influenzare negativamente il sistema endocrino, incluso l’asse ipotalamo-ipofisi-ovaie, contribuendo così allo sviluppo dell’AFI.
- Diete Rigide a Basso Contenuto Calorico: L’adozione di diete estremamente restrittive, con apporto calorico ridotto, può privare il corpo dei nutrienti essenziali per il corretto funzionamento ormonale e metabolico, aumentando il rischio di AFI.
- Disturbi Alimentari: Condizioni come l’anoressia nervosa o la bulimia possono causare squilibri ormonali che possono portare all’AFI. I comportamenti alimentari disfunzionali che possono avere gravi conseguenze sulla salute fisica e mentale.
- Eccessivo Esercizio Fisico: Un’attività fisica eccessiva, soprattutto quando associata a diete restrittive, può esaurire le risorse energetiche del corpo e influenzare negativamente l’equilibrio ormonale, contribuendo così allo sviluppo dell’AFI.
Una volta che uno o più di questi fattori sono presenti, è probabile che la ragazza sviluppi l’AFI, accompagnata da significative alterazioni nell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaie. Questo squilibrio ormonale porta inevitabilmente ad una estrema carenza di micro e macronutrienti fino a situazioni molto gravi, tra cui:
- Danni alle Ossa: L’indebolimento osseo è una conseguenza comune dell’AFI, poiché i bassi livelli ormonali possono compromettere la densità minerale ossea, aumentando il rischio di osteoporosi e fratture.
- Danni al sistema nervoso: Gli squilibri ormonali associati all’AFI possono influenzare la funzione cerebrale e la struttura della materia grigia, potenzialmente portando a problemi cognitivi e psicologici.
- Problemi all’Apparato Riproduttivo: L’AFI può interferire con il normale funzionamento dell’apparato riproduttivo, causando irregolarità del ciclo mestruale e altri disturbi ginecologici.
- Problemi di Infertilità: La compromissione della funzione ovarica associata all’AFI può rendere difficile o addirittura impossibile concepire, aumentando il rischio di infertilità nelle donne affette da questa condizione.
Per queste ragioni, l’AFI non riguarda solo una condizione che colpisce il ciclo mestruale, ma può avere conseguenze significative sull’intero organismo, sottolineando l’importanza di affrontare tempestivamente i fattori di rischio e cercare un adeguato trattamento medico.
Quali sono le carenze principali?
Le carenze di nutrienti come la vitamina B12, la vitamina D, lo zinco, il calcio, il ferro e la ferritina sono tra le più comuni e possono avere conseguenze significative sulla salute, incluso il rischio di sviluppare amenorrea ipotalamica.
Queste carenze possono manifestarsi nel tempo e, pertanto, è fondamentale per qualsiasi donna che abbia sperimentato amenorrea ipotalamica, specialmente a seguito di disturbi alimentari, monitorare regolarmente i livelli di questi nutrienti.
Il peso corporeo non è l’unico fattore determinante per lo sviluppo dell’amenorrea. La restrizione dietetica è un punto chiave, poiché l’amenorrea può insorgere anche in individui con peso normale, sovrappeso o obesità a causa di un’alimentazione carente. Questo sottolinea l’importanza di valutare la qualità della dieta e non solo la quantità di cibo consumata.
Inoltre, è fondamentale cercare un adeguato supporto medico e nutrizionale per affrontare le carenze nutrienti e ristabilire un equilibrio metabolico ottimale, indipendentemente dal peso corporeo. La consapevolezza e la prevenzione delle carenze nutrienti possono svolgere un ruolo cruciale nel mantenere la salute riproduttiva e generale nel lungo periodo.
Il ruolo fondamentale dell’alimentazione nella cura dell’amenorrea ipotalamica
Il cibo è il nostro migliore alleato per mantenere le funzioni vitali e quotidiane del corpo in equilibrio e il suo ruolo non può essere sottovalutato.
Tuttavia, le ragazze sempre più spesso scelgono di seguire regimi alimentari rigidi e diete ipocaloriche, spinte dalle pressioni della società contemporanea che promuove standard di bellezza irrealistici e restrittivi. Questo comportamento aumenta il rischio di sviluppare l’AFI. L
La ricerca ossessiva di un corpo magro e conforme agli ideali estetici prevalenti può portare le giovani donne a seguire consigli nutrizionali non fondati su basi scientifiche solide, portando così al completo disordine dell’equilibrio endocrino.
Quando il corpo percepisce una restrizione calorica significativa, l’ipotalamo, il centro di controllo degli ormoni, reagisce bloccando la funzione riproduttiva.
Questo meccanismo è una risposta del corpo per evitare una gravidanza in condizioni di scarsità alimentare. In situazioni di bilancio calorico insufficiente, l’ipotalamo priorita le funzioni vitali come la respirazione e la circolazione sanguigna, a scapito di altre funzioni meno cruciali come il ciclo mestruale, che può interrompersi improvvisamente.
Bisogna porre attenzione e adottare un approccio consapevole verso l’alimentazione complessiva. Chiunque desideri seguire un regime alimentare dovrebbe farlo con il supporto e la guida di professionisti sanitari qualificati nel settore della nutrizione, evitando il “fai da te” dannoso e deleterio. Di fondamentale importanza nel ripristinare questa condizione è il trattamento in equipe multidisciplinare, ovvero con la supervisione di una rete di professionisti.
Il consulto tra dietista, psicologo e medico curante è di cruciale nel ripristino delle normali funzionali corporee e, in particolare, richiedere una consulenza nutrizionale personalizzata rappresenta il modo migliore per garantire un’alimentazione sana ed equilibrata, evitando così i rischi associati all’AFI e a altri disordini alimentari.
Quale alimentazione?
La priorità assoluta per chi soffre di amenorrea secondaria è ristabilire un adeguato apporto energetico, poiché solo così il corpo, in particolare l’ipotalamo, potrà riprendere le funzioni accessorie, tra cui il ciclo mestruale, oltre a quelle vitali. È importante sottolineare che chiunque sia affetto da amenorrea ipotalamica non deve assolutamente cercare di perdere peso, nemmeno se si trova in sovrappeso, fino a quando il ciclo mestruale non sarà stato ripristinato.
Diverso è il caso per coloro che soffrono di amenorrea secondaria causata dalla sindrome dell’ovaio policistico, poiché in questo caso l’eccesso di peso potrebbe essere la causa del blocco mestruale stesso. Anche in questo caso, è essenziale concentrarsi prima sul ripristino del ciclo mestruale prima di considerare eventuali obiettivi estetici, come il gonfiore addominale.
L’aumento calorico dovrebbe essere graduale e supervisionato da un professionista della nutrizione, tenendo conto della situazione iniziale della persona, che sia sottopeso, normopeso o sovrappeso, fondamentale per garantire il successo nel ripristino del ciclo mestruale e per evitare errori che potrebbero compromettere ulteriormente il rapporto della persona con il proprio corpo. L’obiettivo principale è il recupero della salute e del benessere complessivo.

Proteine
Le proteine sono importanti nell’amenorrea ipotalamica, poiché sono fondamentali sia per stimolare la produzione di ormoni ipotalamici sia per favorire il corretto funzionamento ovarico.
Per fonti proteiche si possono considerare:
- Uova intere
- Pesce azzurro (come le sarde, le sardine, l’acciuga, lo sgombro), il salmone, la trota
- Molluschi e crostacei
- Carne
- Formaggi quali parmigiano, ricotta, mozzarella, stracchino, e altre varietà.
- Legumi
È importante evitare i fiocchi di latte e le varianti light dei formaggi tradizionali (come mozzarella light, ricotta light, ecc.), così come i formaggi industriali di bassa qualità come formaggini, sottilette o formaggi spalmabili.
Anche le proteine vegetali sono benvenute, ma è necessario prestare attenzione all’equilibrio tra calorie e volume: i legumi, ad esempio, hanno il vantaggio di saziare a lungo, il che potrebbe non essere sempre positivo in questa situazione. Ciò non significa che non possano essere inclusi nella dieta, ma è consigliabile farlo con moderazione e seguendo eventuali suggerimenti specifici.
Grassi

I lipidi sono indispensabili per il corretto funzionamento del cervello e, di conseguenza, dell’ipotalamo; per questo motivo rappresentano le fonti responsabili della reversibilità dell’amenorrea, in quanto i grassi sono responsabili della produzione degli ormoni necessari per mantenere l’equilibrio endocrino.
Anche una leggera carenza di lipidi, evidente nelle diete a basso contenuto di grassi, può provocare alterazioni nel ciclo mestruale.
Garantire un adeguato apporto di grassi è quindi la strategia terapeutica più semplice per ristabilire la produzione degli ormoni sessuali e ripristinare il ciclo mestruale. I grassi monoinsaturi, come quelli presenti nell’olio extravergine d’oliva, nelle noci di Macadamia e nell’avocado, sono particolarmente raccomandati.
Basta ricordarsi di utilizzare olio d’oliva per condire insalate e piatti principali, aggiungere cubetti di avocado come accompagnamento ai pasti e tenere con sé noci di Macadamia per uno spuntino veloce.
Un’altra categoria di grassi da considerare sono quelli polinsaturi, che si suddividono in omega-3 e omega-6. Gli omega-3, fondamentali per la salute, sono presenti nel pesce e nell’olio di semi di lino per chi segue una dieta vegetariana.
Gli omega-6, invece, si trovano in frutta secca come noci, nocciole, mandorle e semi di zucca o girasole. Integrare questi grassi nella dieta può contribuire al ripristino del ciclo mestruale e al mantenimento della salute endocrina.
Ancora più importanti sono i grassi saturi, questi nutrienti si trovano nel tuorlo d’uovo, nella carne, nei gamberetti, nel burro e nel burro di cocco.
Il colesterolo riveste un ruolo particolarmente significativo, poiché costituisce la base strutturale da cui gli ormoni sessuali vengono sintetizzati.
Evitate yogurt a basso contenuto di grassi o yogurt greco; è preferibile optare per latte e yogurt interi, sempre in modo graduale se presenti disturbi gastrointestinali nella giovane.
Carboidrati

I nutrienti spesso più demonizzati: Le fonti di carboidrati complessi non devono essere considerati come “nemici” della nostra alimentazione, ma piuttosto un elemento importante per il metabolismo, il quale determina la quantità di calorie consumate durante il giorno.
Come accennato in precedenza, chi soffre di amenorrea a causa di una dieta troppo restrittiva, spesso presenta un metabolismo notevolmente rallentato. Questo accade perché la tiroide, l’organo principale coinvolto nel nostro dispendio calorico, richiede un’abbondante quantità di calorie per funzionare correttamente, preferibilmente provenienti dai carboidrati.
Quando la funzione tiroidea è compromessa, si verifica una conseguente riduzione dell’attività dell’ipotalamo e delle gonadi, il che nel lungo termine può portare all’insorgenza dell’amenorrea.
Tra i carboidrati complessi troviamo:
- Pasta
- Pane
- Riso e cereali integrali come farro, orzo e miglio
- Patate
Non è necessario limitarsi esclusivamente ai cereali integrali: al contrario, un eccessivo apporto di fibra potrebbe aggravare le già presenti carenze vitaminiche e minerali. È invece consigliabile variare i tipi di cereali consumati durante la settimana.
Per evitare il senso di gonfiore dopo un’eccessiva restrizione, si consiglia di reintrodurli gradualmente.
Quando l’attività fisica diventa “dannosa” per le pazienti con amenorrea ipotalamica?
L’attività fisica praticata in modo improprio può diventare una significativa fonte di stress per il corpo. Molte giovani donne, coinvolte in allenamenti fisici intensi e frequenti, possono sviluppare sintomi di amenorrea ipotalamica funzionale (AFI) a causa dello stress cronico indotto da questa condizione.
Le cause sono da ricercare nell’ aumento esponenziale dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, contribuisce ulteriormente alla manifestazione dei sintomi.
Come intervenire?
- Riduzione della frequenza di allenamento: Diminuire il numero di sessioni di allenamento settimanali può ridurre lo stress fisico e mentale sul corpo.
- Diminuzione dell’intensità dell’allenamento: Ridurre l’intensità delle sessioni di allenamento può aiutare a mitigare lo stress fisico e ormonale.
- Aumento dell’apporto calorico giornaliero: Incrementare l’assunzione di calorie può fornire al corpo l’energia necessaria per sostenere l’attività fisica e ridurre lo stress metabolico.
- Eliminazione temporanea dell’attività fisica: Una pausa temporanea dall’attività fisica può consentire al corpo di riprendersi e ristabilire l’equilibrio ormonale.
- Cambio di sport: Passare a sport meno stressanti come lo yoga, il pilates o il trekking può ridurre la pressione sul corpo e promuovere una migliore salute generale.
Le visite mediche per l’idoneità agonistica o per atleti non agonisti forniscono un’opportunità importante per monitorare lo stato di salute delle giovani atlete.
Certo, spesso per una giovane ragazza con amenorrea non è semplice dover “accettare” di interrompere la pratica sportiva o aumentare l’apporto energetico, proprio per questa ragione diventa indispensabile il ruolo del counseling nutrizionale, un approccio non prescrittivo, basato sulla collaborazione tra dietista e paziente, in cui si lavora insieme verso una stessa direzione di salute alla ricerca di obiettivi condivisi e non “imposti”. Se vuoi avere informazioni aggiuntivi sul percorso di counseling ti lascio questo link diretto all’articolo.
L’importanza del supporto psicologico
L’amenorrea ipotalamica da stress è fortemente influenzata da fattori emotivi e psicologici che possono avere un impatto significativo sul benessere complessivo e sul funzionamento dell’apparato riproduttivo femminile.
Lavoro, famiglia, studio, dieta, attività sportiva e altri impegni quotidiani possono causare ansia, stress e depressione, creando un ambiente che ostacola il normale ciclo mestruale.
Per la risoluzione di amenorrea ipotalamica, è essenziale adottare un approccio mentale diverso nei confronti del cibo e dell’attività fisica. Rientrare in una dieta equilibrata in termini di apporto calorico e ridurre o temporaneamente eliminare l’allenamento intenso rappresentano soluzioni immediate al problema, ma non sono le uniche.
È cruciale affrontare l’AFI anche dal punto di vista psicologico, esplorando le vere cause sottostanti che portano alla manifestazione della patologia. Si consiglia quindi di consultare un terapeuta qualificato, in associazione alla figura del dietista per iniziare un percorso di psicoterapia il prima possibile.
Queste sedute offrono l’opportunità di esplorare liberamente le preoccupazioni e le difficoltà personali, regolando il proprio stato emotivo interiore, migliorando i modelli di comunicazione relazionale e sostenendo l’autostima.
Inoltre, è importante comprendere che il processo di guarigione dall’amenorrea ipotalamica è multidimensionale e richiede un approccio integrato che includa sia interventi fisici che psicologici. Affrontare le sfide emotive e psicologiche associate alla condizione è essenziale per promuovere il benessere complessivo e il ripristino del ciclo mestruale femminile.
Non esitare a chiedere aiuto, armati di calma e pazienza nel percorso e ricordati, non siamo nè macchine, nè robot, ascolta i segnali che ti sta inviando il tuo organismo nel ripristino della sua funzionalità.
Conclusione
L’amenorrea ipotalamica, come avrai capito, è una condizione caratterizzata dall’interruzione del ciclo mestruale, è comune tra le giovani donne e spesso causata da stress emotivo, diete restrittive, disturbi del comportamento alimentare ed esercizio fisico eccessivo. Affrontarla richiede un approccio multidisciplinare che includa interventi nutrizionali, psicologici e medici.
È fondamentale una diagnosi precoce per prevenire complicazioni a lungo termine come danni ossei e problemi di fertilità. L’alimentazione gioca un ruolo centrale: un apporto adeguato di proteine, grassi e carboidrati complessi è essenziale per ristabilire l’equilibrio ormonale. Evitare diete ipocaloriche e assicurarsi che la nutrizione sia completa e bilanciata è un punto di fondamentale importanza.
L’attività fisica, se non gestita correttamente, può essere dannosa! Ridurre l’intensità e la frequenza degli allenamenti, o sospendere temporaneamente l’attività fisica, può essere necessario per ridurre lo stress sul corpo.
Il supporto psicologico è altrettanto importante. Ansia e stress possono influire negativamente sul ciclo mestruale. Il counseling nutrizionale e la psicoterapia aiutano a affrontare le cause profonde della condizione.
In sintesi, superare l’amenorrea ipotalamica richiede un approccio integrato che consideri tutti gli aspetti della salute fisica e psicologica. Con il giusto supporto e trattamento, è possibile ripristinare la salute riproduttiva e il benessere generale.
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