App contacalorie: sono essenziali?
app contacalorie

L’utilizzo di app contacalorie è sempre più diffuso, soprattutto tra le fasce di età più giovani, in relazione all’aumento dell’uso di smartphone e tablet.

Sono veri e propri strumenti di monitoraggio che offrono un indicazioni per alcuni indicatori relativi allo stato di salute, tra cui alimentazione (monitorando ad esempio l’apporto energetico ) e il movimento quotidiano (monitorando i passi compiuti durante la giornata). Si stanno facendo spazio tra la vita e la routine di molte persone.

Ti sei mai chiesto se sono realmente necessarie?

Certamente possono portare ad una maggiore consapevolezza relativa al proprio stile di vita, consentendo agli utenti di fare scelte probabilmente più informate rispetto ai 2 grandi aspetti di alimentazione e attività fisica. Tuttavia, il loro utilizzo, soprattutto se inconsapevole, porta con sè numerosi rischi per la salute, in particolare nei più giovani e in alcune fasce più delicate tra cui soggetti a rischio di sviluppo di disturbo del comportamento alimentare.

Infatti, l’uso costante di queste tipologie di applicazioni può condurre a comportamenti tipicamente “ossessivi”, nei confronti del cibo e del proprio corpo.

Possono portare ad una disregolazione dei meccanismi di di fame e sazietà, conducendo ad un rapporto alterato nei confronti del proprio approccio al movimento e al cibo. Sono sempre più frequenti i casi di disturbi del comportamento alimentare nella popolazione generale e questo tipo di applicazioni non fanno altro che alimentare ansie ed atteggiamenti ossessivi nei confronti della propria relazione con l’alimentazione ed il corpo.

Per queste ragioni è fondamentale conoscere i pro e i contro relativi all’utilizzo di queste app, mantenendo sempre un approccio orientato e consapevole, del resto come ogni strumento che ci offre la tecnologia.

Cosa sono le app contacalorie?

app contacalorie

Si tratta di specifiche applicazioni che permettono di registrare l’apporto energetico dei singoli pasti, impostando addirittura obiettivi di peso, monitorando l’andamento con grafici e percentuali e suddividendo gli alimenti in macro e micro nutrienti. Detta così possono sembrare quindi degli strumenti molto efficaci, che rendono più semplice il monitoraggio e la gestione del proprio stile di vita, offrendo un quadro dettagliato delle proprie abitudini alimentari.

Ecco, sappi che non è così propriamente così.


Se è vero e dimostrato che in alcuni casi il monitoraggio di alimentazione ed attività fisica (se supervisionata da un professionista) ha dei riscontri benefici del cambiamento comportamentale (come dimostrato dagli approcci relativi alla Teoria cognitivo comportamentale, in cui non si usano queste tipologie di applicazioni, bensì moduli appositi); d’altro canto , l’utilizzo di queste applicazioni può incoraggiare modalità e comportamenti disfunzionali, quali perfezionismo ed un atteggiamento ipercritico. In definitiva, il rischio è proprio relativo ad un comportamento alimentare non intuitivo ed eccessivamente rigido, alimentando stati ansiogeni nella persona legati alla vita quotidiana.

In tutte quelle circostanze in cui, piuttosto che adottare con flessibilità le linee guida generali applicate alla nostra personale condizione, vengono seguite regole alimentari assolute e altamente selettive, si può innescare un meccanismo di controllo che spesso porta all’attuazione di una “dieta ferrea”.

Questa dieta rigida è caratterizzata proprio da numerose regole e restrizioni, che possono diventare particolarmente gravose dal punto di vista psicologico. L’imposizione di tali regole rigide non solo limita la varietà alimentare ma crea anche un ambiente di stress e preoccupazione costante riguardo al cibo, rendendo difficile mantenere un rapporto sereno con l’alimentazione.

La costante preoccupazione per il cibo e lo stress emotivo che ne conseguono, innescano la cosiddetta “restrizione dietetica cognitiva“.

Questa modalità di pensiero incoraggia un approccio disfunzionale all’alimentazione, portando a restrizioni severe, episodi di abbuffate e sensi di colpa, anche in assenza di una vera e propria restrizione calorica. La restrizione dietetica cognitiva rappresenta dunque un ciclo pericoloso che alimenta comportamenti alimentari disordinati, influenzando negativamente la salute psico-fisica.

Secondo alcuni studi, le app per il conteggio delle calorie possono promuovere l’adozione di una dieta restrittiva e squilibrata.

Per queste ragioni, queste app non dovrebbero mai essere utilizzate da chi potrebbe sviluppare un disturbo alimentare, poiché il monitoraggio rigido che esse promuovono tende a sovrastimare l’importanza della forma del corpo, innescando un controllo costante del peso e delle metriche del proprio stile di vita.

Questo controllo ossessivo può diventare una trappola psicologica, rendendo difficile abbandonare le abitudini malsane una volta instaurate.

Una storia recente…

app contacalorie

Mi è capitato di recente, la storia di una paziente giovane, 17 anni, che si è rivolta a me in quanto si è accorta che da alcuni mesi qualcosa non andava, ha iniziato mano a mano a limitare sempre più categorie alimentari, senza quasi nemmeno accorgersene, fino a che una mamma molto presente, gliel’ha fatto notare con gentilezza.

La paziente si è accorta che il tutto si è amplificato da quando ha iniziato ad utilizzare questo genere di applicazioni (sotto consiglio di personal trainer della palestra che era abituata a frequentare).

Con F. sono partita dalle basi, abbiamo iniziato il percorso lavorando sull’educazione alimentare, partendo proprio dal concetto di piramide alimentare, sulle frequenze di consumo degli alimenti , perchè mi sono accorta che mancava proprio la conoscenza e la consapevolezza, era come se avesse “timore” di un qualcosa che per lei fino ad ora era sconosciuto.

Quando ha scoperto che pasta e pane dovrebbero essere presenti tutti i giorni e addirittura più volte al giorno e guarda caso erano proprio gli alimenti di cui aveva più timore, ha sbarrato gli occhi e ha voluto saperne di più, conoscere.

Con il tempo F. ha voluto affidarsi anche una collega, psicoterapeuta e facendo rete con il suo medico curante attualmente è passata dai primi segnali di allarme ortoressici ad essere una ragazza libera e consapevole dei propri segnali corporei, nel percepire quel senso di fame, totalmente fisiologico (e meno male che esiste!) e affidarsi ad esso, riappropriandosi della propria vita sociale.

Dunque, come avrai capito, l’utilizzo di app contacalorie non è in realtà non una grande strategia, viene passata spesso come metodo ottimale per monitorare e migliorare il proprio stato di salute, in realtà non farebbe altro che peggiorare lo stato di salute complessivo.

Affidati ad un professionista qualificato e inizia a mettere in atto strategie più ampie relative alla gestione della tua salute personale, che includono l’ascolto dei segnali del proprio corpo, il concetto di flessibilità nell’ approccio alimentare e non da ultimo, l’attenzione al proprio benessere psicologico.

Se hai necessità, compila il form qui indicato e contattami, sarò felice di guidarti verso un approccio più sostenibile.

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