Dieta Ipoglicemica: esiste veramente?
dieta ipoglicemica

Mi presento, sono Sara, Dietista specialista in Counseling nutrizionale e da anni ormai aiuto le persone che si rivolgono a me in ambulatorio, in particolare le donne, ad integrare i principi di un’alimentazione adeguata all’interno della loro quotidianità, distaccandomi dal metodo generico “prescrittivo” di dieta.

Avrai sicuramente sentito parlare di “dieta ipoglicemica”, di alimenti ipoglicemici o di pozioni miracolose per mantenere “sotto controllo” la glicemia, ma cosa c’è di vero in questa confusione? cosa dice la scienza a riguardo?

Fortunatamente, come sempre abbiamo delle solide Linee Guida su cui fare affidamento per lavorare, formulate appositamente per il trattamento nutrizionale del paziente con diabete di tipo II. Vediamole insieme, ma prima di tutto partiamo dalle basi..

Cosa si intende per “dieta ipoglicemica?”

La cosiddetta “dieta ipoglicemica” è un termine che spesso emerge in discussioni popolari e nei media, ma nella realtà scientifica si tratta di un concetto non definito chiaramente.

Erroneamente, molte persone credono che una dieta specifica possa abbassare direttamente i livelli di zucchero nel sangue in modo significativo e sostenibile.

Tuttavia, questo approccio è fuorviante e rischia di trascurare i complessi meccanismi biologici che il nostro corpo utilizza per regolare la glicemia.

In questo articolo esploreremo le ragioni per cui il concetto di “dieta ipoglicemica” è inadeguato e come la dieta mediterranea rappresenti il miglior modello alimentare per il controllo della glicemia, anche per chi soffre di diabete.

Il sistema di autoregolazione del nostro corpo: insulina e glucagone

Prima di entrare nei dettagli, è fondamentale comprendere come il nostro corpo regola i livelli di glucosio nel sangue.

Il glucosio è una fonte essenziale di energia per le cellule, ma il suo eccesso nel sangue può essere dannoso. Per mantenere i livelli di glicemia entro un intervallo normale, il nostro organismo utilizza un sistema finemente regolato che coinvolge due ormoni principali: l’insulina e il glucagone, prodotti dal pancreas.

  • L’insulina: Questo ormone viene rilasciato in risposta all’aumento dei livelli di glucosio nel sangue, ad esempio dopo un pasto. L’insulina facilita l’assorbimento del glucosio da parte delle cellule, dove viene utilizzato per produrre energia o immagazzinato come glicogeno nel fegato e nei muscoli. Grazie all’insulina, i livelli di zucchero nel sangue si abbassano gradualmente fino a tornare a valori normali.
  • Il glucagone: Quando i livelli di glucosio nel sangue diminuiscono, ad esempio durante il digiuno, il glucagone entra in azione. Questo ormone stimola il fegato a rilasciare il glucosio immagazzinato e a produrne di nuovo a partire da altre fonti, come gli aminoacidi. In questo modo, il glucagone aiuta a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue.

Questi due ormoni lavorano in sinergia per garantire che il nostro corpo disponga sempre della giusta quantità di energia, evitando sia i picchi glicemici che le pericolose ipoglicemie.

Perché il concetto di “dieta ipoglicemica” è errato

L’idea di una “dieta ipoglicemica” suggerisce che sia possibile abbassare direttamente e in modo significativo i livelli di zucchero nel sangue attraverso l’alimentazione.

Questo approccio ignora il fatto che il nostro organismo è già dotato di un meccanismo di autoregolazione molto efficace, come descritto sopra. Piuttosto che cercare di “manipolare” questi meccanismi, è più sensato adottare uno stile alimentare che supporti il naturale equilibrio glicemico.

Inoltre, il termine “dieta ipoglicemica” è spesso confuso con una dieta a basso indice glicemico (IG). L’indice glicemico misura la velocità con cui un alimento contenente carboidrati aumenta i livelli di zucchero nel sangue.

Alimenti a basso IG, come i cereali integrali e i legumi, rilasciano il glucosio in modo lento e graduale, evitando i picchi glicemici.

Tuttavia, una dieta basata esclusivamente sull’IG degli alimenti è limitata e non tiene conto di altri fattori fondamentali, come la qualità complessiva della dieta, le combinazioni alimentari e le frequenze di consumo.

Infatti, se ci pensiamo, nessuno di noi si alimenta esclusivamente di un singolo alimento, al contrario, ogni alimento risulta inserito nel contesto di un pattern alimentare specifico;

Consumiamo alimenti all’interno di un pasto e difficilmente da soli, per cui la velocità di assorbimento del glucosio del sangue dipende da molteplici fattori, tra cui la composizione del pasto stesso, motivo per cui ha più validità parlare, soprattutto se si soffre di diabete, di carico glicemico complessivo del pasto, piuttosto che di indice glicemico del singolo alimento.

er questa ragione ha più senso prestare attenzione allo stile alimentare nel complesso.

La dieta mediterranea: un modello alimentare scientificamente supportato

Diversamente dal concetto di “dieta ipoglicemica”, la dieta mediterranea, così come riportato dalle Linee Guida Crea, è un modello alimentare ben documentato e supportato da solide evidenze scientifiche.

Questo regime si basa sulle tradizioni culinarie dei paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo e prevede:

  • Un alto consumo di alimenti vegetali: frutta, verdura, legumi, cereali integrali e frutta secca.
  • L’utilizzo dell’olio extravergine di oliva come principale fonte di grassi.
  • Un consumo moderato di proteine animali: pesce e pollame sono preferiti rispetto alla carne rossa.
  • Un basso consumo di zuccheri raffinati e cibi ultra-processati.

Questo approccio alimentare non solo è salutare per la popolazione generale, ma si è dimostrato particolarmente benefico per chi soffre di diabete, grazie alla sua capacità di migliorare il controllo glicemico e ridurre il rischio di complicanze associate alla malattia.

dieta ipoglicemica

Se ci pensiamo, la dieta ipoglicemica ci viene “venduta” spesso come un’alimentazione a basso tenore in zuccheri semplici, con esclusione di alcolici, bevande gasate e zuccherate, succhi di frutta, dei cosiddetti “cibi ultraprocessati” e a più alto tenore in fibra alimentare.

Ok…non sono forse gli stessi principi della famosa Dieta Mediterranea? Con la sola accortezza che la piramide alimentare mediterranea (riconosciuta valida anche per il trattamento del diabete di tipo II, non esclude alcuna categoria alimentare, ma di ogni alimento fornisce un indicazione di corretta porzione e frequenza di consumo), in questo modo è possibile costruire pasti completi, equilibrati, in maniera semplice, se vogliamo con un carico glicemico complessivo ridotto, senza dover ricorrere a metodi particolari per tenere sotto controllo la glicemia.

I benefici della dieta mediterranea per il controllo della glicemia

Sostenibilità e aderenza a lungo termine A differenza delle diete restrittive, la dieta mediterranea è facile da seguire e sostenibile nel lungo periodo, grazie alla sua varietà e al sapore degli alimenti inclusi. Questo è un aspetto indispensabile per chi deve gestire una condizione cronica come il diabete.

Controllo stabile della glicemia La dieta mediterranea, grazie al suo alto contenuto di fibre provenienti da cereali integrali, legumi e verdure, aiuta a rallentare l’assorbimento dei carboidrati. Questo contribuisce a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue, evitando picchi glicemici dopo i pasti.

Riduzione del rischio cardiovascolare Le persone con diabete sono particolarmente a rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. La dieta mediterranea, con il suo profilo di grassi sani (come quelli dell’olio d’oliva e della frutta secca), migliora il profilo lipidico, riduce l’infiammazione e favorisce la salute cardiaca.

Effetti antinfiammatori e antiossidanti Gli alimenti tipici della dieta mediterranea, come frutta, verdura e olio extravergine di oliva, sono ricchi di composti antiossidanti e antinfiammatori. Questi nutrienti aiutano a proteggere le cellule dallo stress ossidativo e dall’infiammazione cronica, condizioni spesso associate al diabete.

Promozione di pasti completi e regolari La dieta mediterranea si basa sul concetto di pasti equilibrati e regolari, che includono una combinazione di carboidrati complessi, proteine magre e grassi salubri. Questo approccio previene i cali glicemici tra i pasti e sostiene il naturale equilibrio fisiologico.

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In Conclusione

Sebbene il concetto di “dieta ipoglicemica” non sia chiaramente definito nella letteratura scientifica, la dieta mediterranea rappresenta un approccio alimentare equilibrato e salutare, particolarmente benefico. La sua efficacia nel controllo della glicemia, nella riduzione dei rischi cardiovascolari e nel miglioramento generale della salute è supportata, come riportato, da numerose evidenze scientifiche.

In qualità di dietista, è fondamentale promuovere modelli alimentari sostenibili e basati su solide evidenze scientifiche, come la dieta mediterranea.

Chiaramente, in caso di patologie accertate dal punto di vista medico, come il diabete II, è fondamentale adottare indicazioni alimentari specifiche e altamente personalizzate sotto la supervisione di una dietista qualificata.

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