L’intolleranza al lattosio è una condizione sempre più comune, che colpisce ad oggi circa il 50% degli italiani, come gestirla quando viene realmente diagnosticata?
Mi presento, sono Sara, Dietista specialista in Counseling nutrizionale e da anni ormai aiuto le persone che si rivolgono a me in ambulatorio, in particolare le donne, ad integrare i principi di un’alimentazione adeguata all’interno della loro quotidianità, distaccandomi dal metodo generico “prescrittivo” di dieta.
La maggior parte dei pazienti che vedo in studio sempre più frequentemente riportano di percepire alcuni sintomi che loro stessi attribuiscono ad una possibile forma di intolleranza alimentare o addirittura si presentano già con una serie di test effettuati in farmacia o altri centri in genere non validati da un punto di vista scientifico, con il dubbio di essere intolleranti o meno. Vista la confusione sempre più in aumento ho deciso di scrivere questo articolo, sperando di poterti aiutare nello scioglimento di alcuni dubbi rendendoti più chiare le idee.
Indice
Innanzitutto, cosa si intende per “intolleranza al lattosio”?
Si tratta di una condizione legata all’incapacità dell’organismo di digerire lo zucchero presente nel latte e nei suoi derivati, dovuta a una carenza dell’enzima lattasi.
Generalmente, in condizioni di normalità, il lattosio, una volta ingerito tramite gli alimenti viene digerito nella parte di intestino tenue, dove l‘enzima “lattasi” si occupa di dividerlo nei suoi due componenti primari.
Quando l’enzima lattasi è insufficiente o carente, lo zucchero non può essere separato e quindi non viene digerito. Esistono diversi livelli di intolleranza al lattosio, determinati proprio dalla gravità della carenza dell’enzima. Può essere ereditaria, manifestandosi già dall’infanzia, oppure comparire in età adulta.
Sebbene non sia una condizione pericolosa, l’intolleranza al lattosio è responsabile di alcuni sintomi fastidiosi tra cui dolori addominali, gonfiore, meteorismo, diarrea e stitichezza. La gestione di questi sintomi richiede una riduzione del consumo di lattosio nella dieta.
Cos’è il lattosio e quali funzioni ha?
Il lattosio è un disaccaride, ovvero composto a sua volta da due zuccheri più semplici, che sono il galattosio e il glucosio.
Il lattosio, in realtà, è associato a diversi benefici per la salute, tra cui una migliore assimilazione di minerali essenziali come il calcio e lo zinco.
Questi minerali sono fondamentali per il mantenimento dell’apparato muscolo-scheletrico, nonché per il funzionamento del sistema immunitario. Inoltre, ha un ruolo importante nel favorire lo sviluppo di alcuni ceppi di batteri benefici in particolare nel colon, come i bifidobatteri. Questi ultimi contribuiscono alla salute intestinale, migliorando la digestione e rafforzando le difese naturali del corpo contro le infezioni.
Come capisco realmente se sono intollerante?
Per valutare l’intolleranza al lattosio, l’unico test validato dal punto di vista scientifico e il più utilizzato è il Breath Test all’idrogeno.
Il test misura la quantità di idrogeno nell’aria espirata dopo l’ingestione di una soluzione contenente lattosio. Se il lattosio non viene completamente assorbito, fermenta a livello intestinale, producendo idrogeno. Il gas viene assorbito nel sangue e poi escreto attraverso i polmoni, dove può essere misurato. Un aumento significativo dei livelli di idrogeno nell’aria espirata indica una possibile intolleranza.
L’unico trattamento efficace per l’intolleranza al lattosio consiste in una dieta a basso contenuto di lattosio. Questo approccio implica l’eliminazione o la riduzione significativa del consumo di latte e derivati, optando per alternative delattosate.

L’intolleranza al lattosio può essere classificata in base all’eziologia (causa):
- Genetica: Alcune etnie sono più predisposte geneticamente all’intolleranza.
- Acquisita: Può svilupparsi a seguito di malattie intestinali, interventi chirurgici o altre condizioni mediche.
Quali sintomi?

I sintomi dell’intolleranza al lattosio variano notevolmente tra gli individui e possono includere:
- Gonfiore
- Dolori crampiformi
- Diarrea
- Nausea
La gravità dei sintomi dipende dalla quantità di lattosio ingerita e dalla sensibilità individuale. Pertanto, la gestione della dieta può variare da persona a persona.
Intolleranza al lattosio: la gestione alimentare

Il trattamento principale per l’intolleranza al lattosio è una dieta di esclusione, che prevede la sostituzione del latte e dei suoi derivati con prodotti delattosati o fermentati, che contengono poco o nessun lattosio. Inoltre, è importante evitare il lattosio nascosto in ingredienti e additivi alimentari.
Tuttavia, quello che spesso non si dice o arriva in maniera errata ai pazienti è il fatto per cui alcuni alimenti che contengono quantità modeste di lattosio, come lo yogurt naturale, sono in realtà ben tollerati da individui con un grado di intolleranza moderata, mentre possono causare problemi significativi a chi presenta un’intolleranza grave. Per questa ragione, la dieta non dovrebbe mai totalmente escludere a priori alimenti derivati del latte, le conseguenze sarebbero inevitabili e connesse allo sviluppo di carenze di minerali, primo fra tutti il calcio e vitamine. Piuttosto, l’approccio dovrebbe essere individualizzato, tenendo presente che, così come riportato dall’Efsa (European Food Safety Authority), anche coloro che sono intolleranti possono ingerire una quantità di lattosio da 12 fino a 20-24g giornalieri (pari a quasi mezzo litro di latte), soprattutto se ben distribuiti nell’arco della giornata e consumati in associazione ad altri alimenti.
In coloro invece, che presentano un grado di intolleranza elevato, è possibile assumere, sempre previa valutazione e prescrizione medica integratori appositi a base di lattasi, capaci di migliorare notevolmente il grado di digeribilità. Questi ultimi, sono particolarmente utili soprattutto nel caso in cui ti dovessi trovare in alcune situazioni sociali in cui sai già di non avere grandi alternative da un punto di vista alimentare. Adottare queste misure dietetiche può migliorare notevolmente la qualità della vita delle persone intolleranti al lattosio, permettendo loro di evitare i fastidiosi sintomi associati a questa condizione.
Dunque, in conclusione, ricordati che:
- L’intolleranza al lattosio deve essere prima di tutto realmente diagnosticata (da un punto di vista medico), mediante Breath Test (non farti ingannare dai più svariati metodi che ti possono proporre!);
- Se non sei intollerante e il test è negativo non c’è alcuna ragione per escludere latte e derivati dalla tua alimentazione sono alimenti fondamentali per la nostra dieta;
- Nel caso in cui il test fosse positivo non allarmarti, affidati ad un Dietista in modo tale che sappia guidarti al meglio e soprattutto, ormai esistono moltissimi prodotti naturalmente privi di lattosio (penso alle bevande vegetali, e in questo caso fai attenzione alla dicitura “addizionate in calcio”), o in alternativa latticini in forma delattosata, in cui il lattosio è gia stato “scisso” nelle 2 forme, quindi praticamente ” pre-digerito” in modo che tu lo possa tollerare senza problemi.
- Se gli alimenti che contengono lattosio vengono assunti insieme ad altri alimenti viene generalmente tollerato meglio;
- I sintomi dell’intolleranza spesso si confondono con altre problematiche, ma essendo ormai bombardati da mille informazioni, i pazienti sono più portati a credere di essere intolleranti al lattosio rispetto ad indagare la reale fonte del problema;
- Intolleranza al lattosio e l’allergia alle proteine del latte sono 2 condizioni totalmente distinte!
- Nello yogurt, essendo un alimento fermentato, troviamo quantità minime di lattosio, quindi non farti spaventare, non da problemi, in alternativa le forme delattosate dei latticini possono sempre aiutarti.
- Oltre ai prodotti senza lattosio, fai attenzione alla lettura delle etichette alimentari, spesso viene addizionato in alimenti confezionati (es. salumi, scatolame, salse…)
In conclusione
L’intolleranza al lattosio è una condizione comune causata dalla carenza dell’enzima lattasi. Può essere genetica o acquisita a seguito di malattie intestinali o interventi chirurgici. I sintomi variano da persona a persona e possono includere gonfiore, dolori crampiformi, diarrea e nausea, con gravità dipendente dalla quantità di lattosio ingerita e dalla sensibilità individuale. Il test affidabile per la diagnosi è il Breath Test all’idrogeno.
La gestione della condizione si basa su una dieta di esclusione, utilizzando prodotti delattosati o fermentati e evitando il lattosio nascosto negli alimenti. Come avrai capito, alcune persone possono tollerare in realtà piccole quantità di lattosio, come nello yogurt naturale, e l’assunzione giornaliera può essere distribuita per evitare sintomi. Gli integratori di lattasi possono essere utili per chi ha un’intolleranza elevata, previa valutazione medica.
È importante diagnosticare correttamente l’intolleranza al lattosio e non escludere latte e derivati senza motivo. Affidarsi a un dietista può aiutare a gestire l’alimentazione in modo efficace, mantenendo un adeguato apporto di nutrienti.
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